“Al di là della linea d’ombra” – Mostra alla Sala Dell’Era. Cassa Rurale. Treviglio. Giugno 2012. Testo di B.Panoschi
“La pittura è una lunga fatica di imitazione di ciò che si ama…” (Renato Guttuso)
E’ il ragazzo del quadro ad andare al di là della linea d’ombra. Come il giovane Fedro che, discutendo con Socrate di retorica e di amore, vede chiudersi dietro di sé il “giardino della pura fanciullezza”. Numi tutelari del passaggio sono Aristotele con Platone-Leonardo, Raffaello con Tolomeo e Michelangelo-Eraclito, simboli bivalenti di una formazione artistico-filosofica.
Un complesso gioco di matrioske e specchi che palesa il gusto di Freno per le citazioni; non solo ne La scuola di Atene, ma in tutte le opere della mostra. Una teoria di musicisti, architetture, attori e dive a contatto: Chaplin e Dylan condividono una strada, uniti dalModern Times del titolo – chiave di un gioco la cui soluzione tocca all’osservatore – mentre, grazie al leone di Porta San Giacomo, Venezia si fonde con Bergamo in una piazza analoga – ambasciatrice una Marilyn in attesa.
Con Roberto entriamo al Der Blaue Engel, dove Lola Lola sta concludendo il suo numero; insieme a Peter e Ellie (“She’s Leaving Home”), stipati in una Dogde della polizia, attraversiamo l’Illinois e arriviamo, mentre il tempo passa, fino al Rick’s Café Americain. Catherine ci attende nella sala dell’interrogatorio, ma Beatrix ci intimidisce: dobbiamo seguire il Mènec a Treviglio, dove il viaggio potrà ricominciare.
Queste le innocenti evasioni che i lavori di Freno ci concedono, molteplici e disordinate. Una folla di cui il panoramico 8 1/2 offre una possibile sintesi: questa bella confusione di ricordi, miti, sogni e dolcissime creature forse è proprio Roberto, e a lui, come a Guido, non fa più paura.
B. Panoschi